Questa settimana vi presento Emanuela Molaschi, giovane autrice che ha all’attivo numerose pubblicazioni. Vi chiedo di offrirle l’opportunità di farsi conoscere attraverso questa intervista.
Diamo la parola a Emanuela.
- RACCONTACI CHI SEI.
Sono Emanuela Molaschi, sono nata il 28 febbraio 1993. Vivo a Lodi. Rileggendo una vecchia biografia all’interno di un libro pubblicato, pare che io abbia fatto un sacco di cose ma non me ne rendo conto, e ora vivo al buio. Mi hanno detto che ho la fibromialgia, ma intanto non esco più di casa, non per i forti dolori, bensì per l’impossibilità di stare alla luce. Ogni luce è dannosa, anche quella dei dispositivi e delle lampadine, non solo il sole. Quello, però, ha un effetto sgradito che non si può diminuire con nulla di ciò che è stato provato. Non sanno spiegarmi come mai. Legano tutto alla fibromialgia, intanto, però, la malattia peggiora e colpisce occhi e pelle delle palpebre, cute in generale e quella delle orecchie. Chi entra in una stanza dove sono io vede il buio. Io vedo qualcosa in più, anche se sono ipovedente. Ho avuto una vita normale fino ad agosto 2020, quando tutto questo è esploso in maniera seria.
La mia unica difesa è ingaggiare una tenzone letteraria dove descrivo come sto e dimostro che, in vari modi, chi ha questi problemi dà e può ricevere amore. Soprattutto non va abbandonato perché può essere ancora utile. I miei ultimi libri parlano di questo e di temi spirituali di crescita interiore. Sono romanzi semplici e immediati, ma che vanno letti con attenzione per scovare cose che potrebbero sfuggire. Non sono una che dice tutto subito, nei libri, lascio a voi la possibilità di capire. Studio coaching.
- COSA TI PIACE LEGGERE?
Io leggo di tutto. Ci sono cose che mi piacciono di più e altre meno, però, in generale leggo quasi tutto. Ho scoperto che, da quando ho smesso di pubblicare ad oggi, sono nati un sacco di nuovi generi e sottogeneri che non conoscevo: a volte sono proprio quelli che non mi interessano molto, ma dipende tutto dalle storie e dagli autori, perché spesso alcuni autori sono bravi e riescono a farti piacere anche qualcosa che di solito non leggeresti. Come autrici che mi piacciono e si trovano in libreria ci sono ad esempio” Rilay, Higgins Clark e figlia, Casati Modignani, Shafak, Manta, Hoffman, Pilcher. Mi piacciono un sacco di autori, ma non mi vengono in mente tutti. È fin da bambina che leggo e sento musica. Libri da piccoli: Una serie di sfortunati eventi, Le cronache di Narnia (non odiarmi, le ho lette a scuola con analisi spirituale e vale la pena sotto questo aspetto) Le cronache di Spiderwick, Lo Hobbit. Ricordo di aver letto Ken Follett da piccola, alle elementari. Nello stesso periodo ho letto anche le storie di Don Camillo. Poi da adolescente ho letto Levy e anche Levi.
- COME È NATO IL TUO PRIMO ROMANZO?
Avevo visto una serie TV e un film tratto da un libro. Il secondo mi ha scioccata, un episodio della serie TV, invece, mi ha fatto pensare che i personaggi avrebbero dovuto avere una diversa vita. Da lì non una fan fiction, ma una catena di idee che mi ha portato a scrivere il primo racconto, con pseudonimo perché mi dava fastidio che fosse scritto in prima persona ma sulla copertina ci fosse un nome diverso. Il secondo motivo per cui avevo lo pseudonimo era il bullismo, e il terzo la minore età. Non volevo che le mie compagne si infilassero anche in uno dei pochi buchi liberi che avevo.
- CI PARLI DELL’ULTIMO?
Il fratello della befana è un libro molto bello, che si può leggere anche se non si conosce La Befana vien dal Nord. Può essere letto nelle scuole, in famiglia, sotto l’ombrellone, ovunque.
Dopo aver deluso la Befana, che infine sceglierà Kit, Osman scapperà dalla casa di Laura, portando con sé la sorella Bella e rubando la Speranza possibile, come quella impossibile. Con questa, riempie il mondo di tristezza e sfiducia. Mentre il mondo torna indietro all’epoca in cui la Speranza non era regalata, Hakan, Ferit, George, un ispettore molto particolare, e i 12 bambini, chiamati “I bambini credenti”, si uniranno alla Befana per dimostrare che lei esiste, recuperare la Speranza e Kit. Un mistero, comunque, circonda la Befana e uno dei suoi nuovi amici a lei molto somigliante: chi sarà il fratello della Befana? Riuscirà ad accettare tutto questo o tornerà alla sua vecchia vita?
Queste le impressioni del primo lettore, allegate al racconto: É un libro fantasy religioso dove è bello vedere come una ragazza fibromialgica (la Befana) insieme a pochi adulti, ricchi di speranza e fede, e un gruppo di bambini credenti, riescano a sconfiggere il buio: (Osman), il grigio e la non Speranza che si stanno impossessando del mondo. Commoventi sono stati le lettere e i doni della Befana ai genitori dei bambini credenti. Penso che non sia un libro poi così fantasy, ma molto realistico. Ci sono nel mondo tanti anziani, adulti e bambini che per solitudine, malattia, situazioni difficili stanno perdendo la fede, la speranza. Allora dovremmo tutti noi credenti con speranza regalare a loro la voglia di non arrendersi. Almeno una volta all’anno, donare tante calze, ricche di comprensione, ascolto e solidarietà, per sconfiggere il buio, che sta rubando il loro cuore.
Ho cercato di andare avanti col discorso Speranza come simbolo e virtù: senza speranza niente è possibile. Ho inventato io la leggenda dei bambini, ma ci sono teorie cattoliche che concordano: sono fede e speranza che fanno la carità. Essendo una storia un po’ più per bambini, c’è qualche elemento che può sembrare magico, in realtà vuole essere un miracolo. Mi riferisco, per esempio, allo spostamento del gruppo dalla casa della Befana a quella di Osman.
Anche il potere del canto può sembrare una cosa per bambini, ma quando dedichi una canzone a qualcuno resta per sempre e può essere un legame vivo o morto tra le parti.
- I VALORI E I MESSAGGI NASCOSTI TRA LE RIGHE DEI TUOI TESTI.
Si parla spesso di: famiglia, amicizia, amore per il lavoro, redenzione, perdono, cambiamento, imparare dall’errore, speranza e virtù.
Valori per chi crede sono fede, speranza e carità, che sono anche virtù teologali. Ho cercato di mostrare la fede nel rapporto col prossimo: fiducia nel prossimo dà aiuto, quindi carità. Se non si ha fede, non si può avere fiducia nel prossimo. Capita spesso, infatti, che chi non ha fede in nulla e negli altri, si senta chiedere: “Possibile che tu non creda a niente?” Accade soprattutto quando legami importanti vengono spezzati. Questi legami si collegano ai valori dell’uomo in generale: famiglia, amicizia, lealtà e simili. Per come sono fatta io, è ovvio che siano i primi, ma non è detto che sia così per tutti. Quello che è sicuro è che, se si rompono famiglie, amicizie e certezze sulla lealtà e giustizia, si soffre comunque, qualsiasi numero di personalità sei.
Sulla speranza credo ci sia poco da dire. Mi sembra sia abbastanza chiara la spiegazione e non è difficile. Ho deciso di aggiungere qualcosa che ho trovato su un’intervista, perché può spiegare alcuni temi della speranza sia in questo che nel primo racconto. Come dice anche padre Adrien Candiard, la speranza è spesso confusa con l’ottimismo. La speranza non è accettazione passiva della realtà. Sperare è il solo modo di cambiare il mondo. Questo si ritrova anche nel primo libro. La testardaggine di Laura non è da vedere in quel modo, bensì come rifiuto della realtà così com’è. Diceva, per l’appunto di non voler accettare. Tutti le dicevano che doveva, ma lei aveva continuato a sperare e quindi conseguito un risultato. Se si fosse arresa, non avrebbe ottenuto neanche quello. La speranza diventa cambiamento. L’ottimismo si frantuma facilmente e dà vita alle false speranze.
Bisogna credere in noi stessi di poter cambiare.
- UNA PANORAMICA SUI TUOI ROMANZI.
Mi ispiro a di tutto e di più: canzoni, film, cose vere… c’è un elemento comune in tutti: redenzione e cambiamento. Le poesie sono una cosa a parte ed è difficile identificarle, se non come sentimenti legati a una vita: ciò che ha amato, visto, vissuto…
Per ogni cosa che scrivo c’è un’ispirazione musicale, invento testi a caso o li creo su musiche esistenti. Una colonna sonora c’è sempre.
La spiritualità,, se uno vuole stare attento, la trova anche nel fantasy SC e la maledizione del terzo occhio. Qualcosa che lo accomuna a questi libri sulle Befane, è anche la malattia. I sintomi di SC, che poi spariranno, in realtà erano quelli che avevo io quando le cose iniziavano a buttare male, ma non così tanto.
- STAI LAVORANDO SU QUALCOSA DI NUOVO?
- Io ci provo, spero che succederà. Comanda la malattia, a volte però le tengo testa o le do filo da torcere.
- ESTRATTO:
Dovevo solo credere in me stessa. Avevo saputo dare ottime tecniche ad alcune amiche di penna, una volta. Non conoscevo bene neanche loro, ma avevo potuto farmi un’idea. Mi rendo conto che posso avere il miglior gruppo del mondo, ma se non sono io ad essere sicura, non otterrò nulla Ognuno è fatto a suo modo ed ha un percorso da fare, anche se a volte è più difficile degli altri. Le cose non sono statiche e precise, scritte sulla pietra, si può modificare, cambiare a piacimento sempre cercando di fare del bene. Questa convinzione ragionevole è lontana e non suona come dovrebbe. É chiaro: sono legata a questa realtà, avrei voluto conquistare il mondo con sorrisi e gentilezza. Creare un mondo allegro e buono, dove le persone sono quello che sembrano, un mondo dove essere amata com’ero e vivere felice con tanta gente intorno che tenesse a me. Questa era una delle cose che volevo da bambina. Quella cosa dentro di me mi dice di guardarmi intorno. George ha di nuovo la gamba bloccata. Hakan è pensieroso, ma ha appena finito di preparare qualcosa di caldo anche per me. Ferit è corrucciato, seduto tra me e Bella. Continua a guardarci cambiando espressione, a seconda di quale delle due fissa. I bambini sono usciti dalla stanza e parlano fra loro. Deren è ancora al computer. Queste persone mi vogliono bene davvero, ognuna con i suoi limiti. Come al solito, chi voglio è quello che manca: Kit, ma quello che ho ottenuto con ciò che ho passato, è questo. Non deve essere un grande mondo quello che conquisti. Il mondo dei bambini è quello che conoscono, fatto dalle persone che incontrano. Questo è il mio mondo, ora. Il piccolo mondo conosciuto era formato da quelle persone e… i miei bambini. Mai toccare qualcosa che è mio. Si potrebbe dire mai toccare a un 8 quelli che protegge, ma è più appropriato dire che si tratta di qualcosa di mio. Non proteggo alla maniera standard dell’8, i bambini a cui porto le calze, ma gli voglio bene lo stesso. Sono importanti. Sono come se fossero miei. C’è chi scrive alla Befana lasciando confidenze, regali come disegni… Erano miei regali, quindi erano i miei bambini. Nessuno poteva portarmeli via, Osman ancor meno degli altri. Da Il fratello della Befana.
- LINK DI ACQUISTO E DELLE PAGINE SOCIAL DI EMANUELA:
Ho anche una promozione estiva, contattatemi qui, sul mio profilo privato da autrice:
Profilo per i fan della serie Befana:
Pagina pubblica per la serie Befana: https://www.facebook.com/labefanaviendalnordlibrodiemanuelamolaschi
Anche questa settimana siamo arrivati alla fine di un’intervista che ci ha permesso di conoscere più a fondo un’altra autrice. Non conoscevo Emanuela, ma sono stata lieta di apprendere così tante cose di lei: il suo ingegno e la forza di spirito con cui affronta la vita sono ammirevoli. Un’ulteriore dimostrazione di come la lettura e la scrittura abbiano un potere salvifico nella vita di molte persone.
Io auguro a Emanuela di conseguire i suoi sogni, e la ringrazio per essere stata con noi.
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ALLA PROSSIMA SETTIMANA, IN COMPAGNIA DI UNA NUOVA AUTRICE!