LORO

  • di Roberto Cotroneo
  • editore Neri Pozza
  • Giugno 2021
  • 192 pagine
  • Edizione cartacea €17, Ebook 8,99

Questa volta vi parlo di un libro dal genere decisamente diverso dal precedente: Loro, un titolo breve, conciso, in cui risiedono le contraddizioni di questo romanzo introspettivo, dove protagonista non è l’amore ma la paura.

Ebbene sì, questo libro non parla di una storia d’amore di quelle che piacciono a me, perciò con questa lettura sono un po’ uscita dalla mia “confort zone”. In realtà, probabilmente non mi sarei nemmeno mai avvicinata ad esso se non me lo avesse suggerito una speciale editor e agente letterario, ma devo ammettere che dopo la curiosità suscitata dalla quarta di copertina, la lettura mi ha rapita e trascinata fra le sue pagine fatte di controsensi.

Il romanzo è impostato come fosse un diario su cui la giovane Margherita B. annota la sua permanenza presso gli Ordelaffi, un’aristocratica famiglia che vive alle porte di Roma in una villa con pareti fatte di vetro prive di tendaggi e di privacy, che si affacciano su un grande giardino delimitato da un boschetto. Il suo compito è quello di occuparsi delle due gemelline, Lucrezia e Lavinia, identiche nell’aspetto e nel modo di vestire, e ben presto Margherita si rende conto che lo stato di salute mentale della loro madre Alessandra impedisce a quest’ultima di farlo personalmente. Margherita si sente subito a proprio agio nel suo nuovo ruolo, ma ben presto si rivelano a lei delle presenze spaventose; sono Loro, come le bambine li chiamano, che trascinano Margherita in un vortice di follia e terrore.

Citazione dal libro:

“Questa è, però, una storia dove la linea che divide il reale dall’irrazionale non è soltanto sottile, ma indistinguibile.”

In effetti è così, perché quando pensi di esserti fatto una tua opinione, questa viene spazzata via dalla successiva rivelazione.

La narrazione è animata da un ritmo incalzante, fatta di brevi anticipazioni che solleticano la curiosità, di apparizioni, possessioni e segreti sconcertanti snocciolati in contrasto tra di loro lasciando il lettore sempre più confuso.

L’infatuazione che ha Margherita per Umberto, il padre delle bambine cui è chiamata a far da insegnante, sembra un dettaglio minore e invece ricopre un ruolo molto importante in questa storia condita di elementi destabilizzanti, che ci conducono in un viaggio all’interno dell’oscurità della mente umana dove risiedono in precario equilibrio scontrandosi continuamente fra loro il bene e il male, la ragione e l’irrazionalità, la follia e la lucidità, accompagnandoci verso un finale sorprendente.

 

Citazione dal libro:

“L’inferno ci appartiene, l’inferno è preistorico: quando lo vedi, e basta una sola volta, puoi anche riuscire a dimenticarlo per anni, per decenni, ma quando non te lo aspetti, quando pensi che il cielo e la terra possano essere tutto quello che desideri, l’inferno si riapre.”

 

Un concetto che ha del vero, poiché in piccola parte o in prevalenza l’inferno risiede dentro ognuno di noi. Sono eventi traumatici, esperienze dolorose, una coscienza che si vuol far tacere. Si lotta per seppellire quello che ci ha fatto male nei recessi più profondi della nostra mente, e spesso ci illudiamo di esser riusciti a farlo sparire, ma il fatto è che è ancora lì, sepolto ma pur sempre esistente. Basta un attimo, una scintilla, un’increspatura nella memoria, a far tornare tutto a galla, e allora sì, ecco che l’inferno si riapre davanti a noi; che siano passati mesi o decenni, puoi pensare di stare bene con quello che hai, ma il tuo passato è sempre lì pronto a reclamare il proprio posto nella tua mente e nella tua vita.

Consiglio questo libro sia a chi crede nel paranormale sia a chi è scettico circa la sua esistenza, in quanto una delle due visioni vedrà appagata la propria convinzione, mentre l’altra avrà molto su cui riflettere. A voi scoprirlo attraverso la lettura di questo libro.

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